TAP E XYLELLA, un nesso?

19.04.2015 23:31
 

di Michele Ladisa

 

Dice un vecchio detto:  a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. 

E’ tutto molto strano quello che accade in Salento di questi tempi. Prima la Tap, sto maledetto gasdotto che da Kipoi approderà sulla costa incontaminata di San Foca a quattro passi dalla più famosa Melendugno (Le),  poi il “fenomeno” della Xyllela che sta uccidendo i nostri secolari ulivi e che il “potere” italiano e internazionale (sic !) intende estirpare a man bassa

In ambedue i casi si tratta di distruzione di una territorio famoso per le sue bellezze naturali e poi bla bla bla, cose che tutti conosciamo.

Dicono che per evitare il contagio non c’è soluzione alla estirpazione dei monumentali ulivi, piante che madre natura ha inteso regalarci, oltre che come fonte di produzione economica, anche scolpendo con la propria mano autentiche opere artistiche di valore inestimabile.

E l’ulivo si sa è pianta protettissima il cui abbattimento è legato da vincoli di legge spesso insuperabili.

E il gasdotto tap che c’entra ?  Mah ! Forse per realizzare il gasdotto dopo l’approdo a San Foca  si suppone ci sia da realizzare una tubazione immensa che dovrebbe interessare, in primis,  i campi del Salento, dall’Adriatico allo Ionio come nello stesso tracciato TAP (vedi eloquenti mappe) è stabilito.

E per realizzare questo tracciato quanti ulivi bisognerebbe estirpare ? Migliaia, sicuramente migliaia. Estirpazioni che richiederebbero autorizzazioni senza fine che il business internazionale non può e non deve sottostare.

Allora  potrebbe essere proprio la Xylella a superare ogni autorizzazione, lasciando “campi liberi” a stò stramaledetto  Tap che al Salento, al sud, alle Due Sicilie, non serve ad un cazzo.

Si dirà: ma la Xylella è sbarcata anche in Francia. Depistaggio, puro depistaggio.