UNITA' D'ITALIA: UN MONUMENTO FATTO DI MENZOGNE DIFESO A TUTTI I COSTI.

06.10.2017 10:33

Rilanciamo l’articolo pubblicato da ROBERTO GOLISCIANO (membro del Consiglio dei Fondatori di MDS - Movimento Duosiciliano) pubblicato su ONDADELSUD.IT

REPLICA  A BIANCA TRAGNI DI UN LUCANO DOC.

Il Consiglio Regionale della Basilicata lo scorso 16 settembre con la mozione presentata da uno dei suoi consiglieri, ha annullato la precedente del 7 marzo scorso in cui si istituiva la “Giornata della memoria per le vittime meridionali dell’Unità d’Italia”.

Non si poteva dare molto credito a quest’iniziativa italo-pentastellata, errata già nella titolazione in quanto, si presta a interpretazioni diverse ma nessuna confacente al nobile tentativo di giustizia. Comunque avrebbe potuto significare un importante momento di un lungo processo di maturazione e di riscatto di una nazione, l’italia, voluta e realizzata dalle superpotenze dell’epoca pre-unitaria.

Soltanto i miopi o coloro che sono in mala fede possono vedere, in una simile iniziativa, qualcosa di orrendo o di pseudo nostalgico.

Il sentimento della nostalgia, tra l’altro, si manifesta sempre verso le cose buone, vere ed autentiche, mai verso cose e fatti negativi.

Come siamo lontani dai tempi di re Ferdinando II di Borbone che ebbe a dire ed attuare in due sole parole più di quanto tutti gli articoli messi insieme di una qualsiasi carta costituzionale riuscirebbero mai a dire ed attuare: “La buona amministrazione dello stato è fondamentale cura del governo, in quanto da essa deriva la felicità dei Popoli”.

Ferdinando II, in questo senso lavorò per il suo popolo e per le Due Sicilie, prova ne siano le parole Luigi Settembrini, patriota meridionale di parte risorgimentale, che combatté contro i Borbone e intorno al 1870 scrisse nelle sue “Rimembranze”: “La colpa fu di Ferdinando II, il quale, se avesse fatto impiccare me ed i miei amici, avrebbe risparmiato al Mezzogiorno ed alla Sicilia tante incommensurabili sventure. Egli fu clemente e noi facemmo peggio”.

Lord Henry Lennox, durante una discussione al parlamento inglese, l’8 maggio 1863, ebbe a dire: “Sento il debito di protestare contro questo sistema… Ciò che è chiamata unità d’italia deve principalmente la sua esistenza alla protezione a all’aiuto morale all’inghilterra -deve più a questa che non a Garibaldi, che non agli eserciti stessi vittoriosi della Francia- e però, in nome dell’inghilterra, denuncio tali barbarie atrocità, e protesto contro l’ègidia della libera inghilterra così prostituita”.

Italia: “… Dov’è la vittoria?” Come è ancora piena di attualità tale denuncia!

Dalla infelice mozione della Regione Basilicata sopra citata, emerge che “L’unità d’italia è un valore assoluto da difendere”. Ma quale unità? Unità di che e di cosa?

Ma come si fa a difendere un qualcosa che mal si comprende, quando quel qualcosa parla una lingua non propria, una lingua straniera?

Ricordiamo o informiamo gli ignoranti della vera storia, che il Regno d’Italia fu proclamato in lingua francese ed esattamente così: “Le Royaume d’Italie est aujourd’hui un fait” -annunciò il conte Camillo Benso al senato Piemontese- ” Le Roi notre auguste Souverain prend pour lui-même et pour ses successeurs le titre de Roi d’Italie”.

Perché nascondere che Unité de l’italie, dichiarata in francese fu in realtà “made in London” come lo stesso Lord Lennox confermò?

Perché non deve emergere che la prima riunione del Parlamento avvenuta nel palazzo Carignano a Torino il 17 marzo 1861, venne spacciata per italiana ma realmente fu la continuazione della VIII legislatura del parlamento piemontese, durante la quale venne approvata la legge n. 4761, con la quale Vittorio Emanule II diventò il primo re d’italia ?

Perché non deve sapersi che il re “galantuomo” Vittorio Emanuele di Savoia acquisito “le titre de roi d’italie” conservò il numero dinastico II (secondo), derivatogli dal trono sardo-piemontese e non si fregiò mai del più decorato titolo Di Vittorio Emanuele I (premier roi d’Italie)?

Ancor oggi nell’aula del senato della Repubblica il nome di Vittorio Emanuele II è imperante, quasi come a voler sottolineare l’impossibilità di recidere il cordone ombelicale che lega la moderna Repubblica italiana al vecchio Regno sardo-piemontese.

Proprio non si comprende il dire dei faziosi contemporanei, tra cui la Bianca Tragni, sostenendo che solo l’Italia unita ha potuto raggiungere importanti obiettivi di crescita esercitando un ruolo di primo piano in Europa e nel Mondo, quando la Due Sicilie erano uno Stato dei tanti primati mondiali conseguiti in ogni campo dalla sua classe dirigente, dando alla nazione Duosiciliana fama internazionale ma anche invidi e timore della sua potenza.

Caso unico al mondo e per la prima volta, in nome della libertà ma per ben altro, venne cancellato uno Stato scientificamente e industrialmente progredito, che aveva raggiunto primati tecnologici mondiali, in diretta concorrenza con Inghilterra e Francia, uno Stato prospero, ricco e socialmente avanzato qual’era le Due Sicilie.

In nome di quell’italia unita sparirono le Due Sicilie e con essa i napoletani e i sicililiani, nacquero i “meridionali” e creata la “Questione Meridionale”, tutt’ora indecentemente irrisolta.

L’italia: “Una vera torre di Babele moderna”, è quanto emerge anche dalla celebre intervista di Mario Monicelli alla trasmissione di “Che tempo che fa” di Fabio Fazio andata in onda su Rai 3 il 24/05/2009.

Dicono che Dio, quando scese sulla “Torre Italia”, non si limitò a confondere solo la lingua ma confuse anche il senso e il valore delle cose e dei numeri. Lo fece per impedire che i conti non tornassero mai e per darci la possibilità di aprire gli occhi?

Noi gli occhi li abbiamo aperti da tempo proprio come gli americani gli hanno aperti oggi giorno, sfatando il falso mito degli italiani brava gente, popolo di navigatori, di poeti e di santi: “Il consiglio comunale di Los Angeles ha abolito il Columbus Day perché “celebra il genocidio delle popolazioni native commesso dal navigatore genovese”.

Per riparare al torto e “ristabilire la giustizia”, al suo posto, sempre il secondo lunedì di ottobre, verrà istituito invece l’Indigenous People Day, una giornata per commemorare “le popolazioni indigene, aborigene e native” vittime del genocidio commesso dal navigatore genovese.

Altri possono anche avere timore dei fantasmi del passato e prostrarsi alla falsa divinità italiana. Certamente non è con il ritiro di mozioni già approvate e poi ritirate che potranno fermare la verità e il nuovo decorso della storia.

In verità, la degradazione di un grande popolo non può essere mantenuta per sempre nella storia ma un giorno deve necessariamente finire. Per quanto si crede che sia possibile imporre una simile ingiustizia a quella che fu una grande nazione?