OGGI: Fatti, Considerazioni e Riflessioni

 

L'edilizia antisimica dei Borbone

Così i loro edifici resistono ai terremoti

Da ANSA 04 settembre, 20:36

(Parete del palazzo del Vescovo di Mileto (Vibo Valentia), ricostruita fedelmente in laboratorio).

 

Gli edifici antisismici costruiti dai Borbone hanno una straordinaria capacità di resistere ai terremoti e la tecnica usata 200 anni fa potrebbe essere applicata agli edifici moderni garantendone stabilità e sicurezza.
Lo dimostra il test antisismico condotto su una parete del palazzo del Vescovo di Mileto (Vibo Valentia), ricostruita fedelmente in laboratorio.

A condurre l'esperimento è stato l'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ivalsa) di San Michele all'Adige (Trento) in collaborazione con l'università della Calabria. La parete è stata ricostruita, come il palazzo del Vescovo di Mileto, seguendo le indicazioni del regolamento edilizio dei Borbone adottato dopo il catastrofico terremoto del 1783, che distrusse gran parte della Calabria meridionale e fece circa 30.000 vittime. 
È poco noto, sottolinea il Cnr, ma dopo questo tremendo terremoto i Borbone adottarono il primo regolamento antismico d'Europa, circa 200 anni prima delle nostre norme sulla sicurezza degli edifici. Il regolamento, prosegue il Cnr, raccomandava l'utilizzo di una rete di legno all'interno della parete in muratura. L'efficacia di questo sistema costruttivo si dimostrò durante i successivi eventi sismici che colpirono la Calabria.
Non ha mai subito danni dai terremoti neanche il palazzo del Vescovo di Mileto.

Una parete del palazzo, ricostruita in laboratorio, è stata ora sottoposta a una serie di test meccanici che hanno simulato l’azione di un terremoto e ha mostrato, sottolinea il Cnr, “un eccellente comportamento antisismico”.
L'esito del test, osserva Ario Ceccotti, direttore di Ivalsa e responsabile scientifico del progetto insieme a Raffaele Zinno dell'ateneo calabrese, ''ha dimostrato chiaramente che un sistema costruttivo ideato a fine '700 come quello borbonico è in grado di resistere a eventi sismici di una certa rilevanza e che questa tecnologia, una volta compiuti i dovuti approfondimenti e adottando sistemi di connessioni innovativi, potrebbe essere favorevolmente applicata a edifici moderni garantendone stabilità e dando sicurezza alle persone che li abitano''.

 

 

 
 
 
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https://www.youtube.com/watch?v=sN4nJNy_F4c&feature=youtu.be
 
I Borbone a Bari
 
BRIGANTEROCCO.BLOGSPOT.COM|DI ROCCO MICHELE RENNA

 

Nel cuore di San Leucio si tornano a tessere le preziose sete. Sulle ceneri, infatti, di quello che fu l’ultimo e forse il più antico opificio presente nella Real Colonia di Ferdinando IV di Borbone e, cioè, nei capannoni dell’allora Aos (Antico opificio serico) con il prossimo dicembre torneranno nuovamente in funzione i telai.

Il 2 giugno 1946: con il referendum i Savoia sono esiliati e i Borbone possono rientrare in italia.                                                 Già Mussolini voleva già farli rientrare, (restituendogli i beni privati rubati nel 1861), per ringraziare Alfonso, (fratellastro di Francesco II e per noi Re Alfonso I), per aver collaborato nella soluzione positiva dei Patti Lateranensi, ma Vittorio Emanuele III si oppose fermamente dicendo: "ai Borbone neanche un soldo".   Non gli era mai stato loro perdonato di non aver abdicato e accettato l'ingiusta conquista delle Due Sicilie.                                                                         
Il 2 giugno 1946 si realizzò la profezia di San Giovanni Bosco che, inutilmente, aveva cercato di mettere in guardia il Re di Sardegna Vittorio Emanuele II: "chi ruba a Dio non arriva alla quarta generazione".                                                                 Alla quarta generazione la dinastia sabauda subì il castigo che colpì l'esponente migliore di quella famiglia: Umberto II, vero signore di grande fede cattolica.
Con la Repubblica iniziò un nuovo percorso di collaborazione a livello sociale, caritativo e umanitario, che continua proficuamente ancora oggi, grazie all'impegno di Casa Borbone, in un clima di profondo rispetto e attenzione.
 Don Luciano Rotolo                                                                                                                                              
 STEMMA del CASATO BORBONE - Chiesa San Ferdinando a NAPOLI